Scrivere non è un arte. Non serve un computer per farlo, e necessariamente nemmeno carta e penna. Scrivere è semplicemente un modo per esprimersi, per creare qualcosa, che duri fino alla fine, per dare la possibilità a quelle persone introverse, di sfogarsi e di condividere le proprie emozioni, e per farlo, basta solo avere un cuore che trovi le parole giuste, e un cervello che riesca brillantemente a metterle insieme.

Da piccolina ero talmente dolce, carina e gentile che pensavo di avere un cuore grandissimo, enorme, talmente smisurato da poter contenere tutte le persone che amavo, giusto per regalare un posto in cui stare, un’alternativa ad un mondo e ad una vita che odiavano, per renderli felici donando una parte di me, e che distribuire amore e felicità, lo facesse crescere ancora di più. Ma poi, col tempo, le delusioni e le ferite cominciarono a farsi sempre più profonde e permanenti, cose insopportabili e ingiuste da spezzare, pezzo dopo pezzo, il mio smisurato cuoricino traboccante d’affetto, tanto da ridurlo ad un piccolo pezzo di pietra incapace di amare.
È così che mi strapparono via la mia infantilità, furono questi torti a segnarmi e da questo, capii che ormai ero diventata grande, che non ero più buona, e che non avrei mai più riavuto indietro quel piccolo angioletto dai capelli castani e gli occhi color nocciola, mai più.
Perché alla fine è così, crescere, se tra persone odiose, cattive e senza cuore, ti insegna solo a diventare fredda e distaccata, solo per proteggersi da qualsiasi minaccia.
Diventare cattivi.